domenica 2 settembre 2018

27 agosto 2018

Inizio la stesura di questa puntata del blog mentre sono in volo da Trabzon a Adana, dove riprenderò il pulmino che ho parcheggiato in aeroporto per tornare finalmente a Iskenderun da cui manco da oltre un mese, tra viaggio in Italia e soggiorno in Cappadocia.
Diversi di voi da tempo mi hanno sollecitato a riprendere il blog e in effetti sette mesi di silenzio sono un po’ troppi e mi scuso sinceramente.
A Trabzon ho amministrato i sacramenti del Battesimo e della Cresima a due adulti (un africano e  un turco) e passato qualche giorno con p. Patrice. Un momento bello, la celebrazione di questi sacramenti - dopo una preparazione dei catecumeni durata circa sei anni! – ma non privo di tristezza per l’imminente partenza di p. Patrice dalla Turchia, per motivi di salute; è il gesuita francese che dopo 20 anni di missione in Africa ne ha fatti quasi 20 in Turchia, prima ad Ankara e poi a Trebisonda per rimpiazzare d. Andrea Santoro, ucciso in quella chiesa. In questi tre anni ho avuto modo di apprezzare quest’uomo che di primo acchito si presenta ruvido, ma che ha saputo ricostituire con tenacia ed umiltà una comunità cristiana dopo la dispersione per la morte scioccante del loro parroco; una piccola comunità di persone povere e sfruttate che hanno trovato in Gesù Cristo il loro amico e salvatore, spesso l’unico. Patrice ha testimoniato una vita evangelica, povera, umile e difficile, bersagliato da continui atti di bullismo e intimidazioni, nella totale solitudine. Ha tradotto libri in turco per lo studio della Bibbia, ha curato con mille riparazioni la vecchia canonica, coltivando il piccolo giardino e orto da cui traeva modesti frutti e facendo ogni 15 gg 1000 km in poco più di 24 ore, per tenere aperta anche la chiesa di Samsun. Non ha distribuito soldi per tenersi vicina la gente, come fanno molti capi religiosi in Medio Oriente, ma ha amati sinceramente e rudemente i fedeli per educarli ad essere cristiani in un contesto dove sono all’ordine del giorno rischi, violenze e soprusi, specie se si è donne, anche da parte di chi dovrebbe garantire l’ordine e la legge. L’ho incoraggiato a scrivere un libro di memorie perché ha mille storie raccapriccianti su cosa succede a chi è profugo e anche mille generosità e atti di eroismo evangelico, tipici dei poveri. 
Non sarà facile portare avanti la sua eredità spirituale e il suo stile, inattaccabile da qualunque punto di vista e perciò rispettato anche da quei vicini che all’inizio mettevano il Corano sulla finestra come talismano per difendersi da “un infedele”! 
Riceveva molte persone, tra cui molti musulmani, nelle ore in cui teneva aperta la chiesa: visite per contestare il cristianesimo o per vedere “il museo” come chiamano la chiesa di s. Maria in quella parte di Turchia in cui si ha una fede totale che l’islam prevale su tutto. Ma riceveva anche musulmani in seria ricerca spirituale o che avevano trovato in lui qualcuno a cui confidare segrete disperazioni di cui era impossibile parlare anche con amici e familiari. 
Pativa molto il freddo e l’umido d’inverno, in quella grande casa, e si è logorato non poco per tenere aperta l’unica chiesa cristiana (non dico cattolica) - prima della riapertura della parrocchia di Samsun - lungo gli oltre mille km di costa sul Mar Nero. 
Affido anche alla vostra preghiera d. Massimiliano, che con coraggio si trasferirà lì, lasciando la comoda e tollerante Smirne.
Riprendendo il corso temporale degli avvenimenti, ricordo un febbraio assai mite: praticamente l’inverno a Iskenderun non c’è stato e ho acceso i termosifoni in 2-3 riprese per un totale di nemmeno 20 gg. Così anche il caminetto del mio nuovo appartamento, finalmente terminato con tutte le sue rifiniture, è stato acceso solo un paio di volte. Di quel periodo ricordo anche 4 giorni di silenzio e vacanza in Cappadocia, di cui ho scoperto il fascino invernale, con alberi spogli ma pieni zeppi di grappoli di vischio e di cespugli con stupendi fiorellini rosa, col termometro che segnava 8 gradi.





A fine febbraio si è svolto ad Ankara il primo incontro di Alfa – Omega: il percorso da me ideato e tenacemente costruito insieme ad un gruppetto di collaboratori per una formazione biblica e teologica - 6 puntate su 2 anni – del primo gruppo di laici, una ventina, uomini e donne di tutta la Turchia. Patrocinato da tutta la Conferenza Episcopale di Turchia (CET) e sponsorizzato da AMO, era tutt’altro che scontato che riuscisse a decollare. Dal mercoledì pomeriggio alla domenica a pranzo, hanno partecipato con grande impegno alle lezioni, ai momenti di preghiera e di vita insieme. Commoventi i loro ringraziamenti perché finalmente potevano approfondire la loro fede e la loro conoscenza del cristianesimo.
In quei giorni ho pensato spesso che in Italia abbiamo troppe possibilità formative e troppi “banchetti” per poter desiderare realmente di mangiare la Parola! 
In quei giorni si sono svolte anche le elezioni in Italia, che ho seguito attentamente attraverso giornali, blog, persone amiche, ecc., parallelamente al percorso verso quelle che si sono tenute qui in Turchia in giugno. Paesi e contesti molto differenti, certo, eppure tante dinamiche simili: impressionante! Sembra che ci sia un comune modo di procedere, fondato su slogansurlati in cui invariabilmente la colpa delle difficoltà di un paese è degli altri: profughi, UE, “quelli venuti prima”, complotti internazionali verso il proprio paese che quindi è autorizzato a difendersi dai “cattivi”, stringendo nuove alleanze e spezzando percorsi di decenni, ecc. Lo spread– che misura a che tassi di interesse gli investitori sono disponibili a finanziare il debito di un paese – o il valore sui mercati della valuta nazionale, non contano nulla per questi “statisti”. Io modestamente ritengo siano degli illusi quelli che vogliono nuotare liberi in un mare di pescecani!
Simili anche le medicine per guarire: leadersche promettono impossibili e contraddittori traguardi economici, che si pongono al di sopra della legge, brillanti nell’uso peggiore possibile dei social networks, che appellano le masse direttamente saltando ogni mediazione istituzionale, promettendo una democrazia diretta, della piazza. In Turchia come in Italia c’è una parte di popolazione che non si esime da mettere alla berlina o minacciare magistrati, professori universitari, persone realmente competenti: sono i veri pretoriani dei nuovi “messia”. Il penultimo “messia” fu Renzi che con la bacchetta magica avrebbe dovuto far sparire ¾ dei politici italiani e risanare 30 anni di malgoverno: la stessa cosa che adesso promettono i nuovi arrivati. Ma il caposcuola sta in America, non a caso appoggiato dalla lobby delle armi. E ognuno di questi sedicenti innovatori proclama di mettere il proprio paese al primo posto negli interessi: come faranno a stare nell’unico pollaio tutti questi galli? per di più in mezzo a galline piuttosto sfiancate?
Personalmente apprezzavo equilibrio e stile di Paolo Gentiloni, ma molta gente vuole vedere sangue, per mare e per terra, pensando che spenga la propria rabbia (peraltro spesso giustificata). Il ricordo degli orrori delle guerre tra fratelli è già dimenticato e la cultura nazista del prevalere ai danni del debole è di nuovo in auge.
Ma quello che mi ha sconvolto di più è stato constatare l’indifferenza verso la politica o addirittura la complicità con mentalità razziste e settarie da parte di cristiani che anch’io ho formato, ahimè.
Penso che in un grave momento di decadenza e di crisi, un popolo saggio è quello in cui ognuno fa un serio esame di coscienza e mette in discussione il suo stile di vita e il suo modo di lavorare. Se si è uniti in questo, si può sperare di risalire la china, come fecero i nostri padri durante l’esilio babilonese quando invece di prendersela con il re di babilonia, produssero alcune tra le più significative preghiere penitenziali che l’umanità abbia scritto: «Al Signore nostro Dio la giustizia, a noi il disonore sul volto … per i nostri re e per i nostri capi, per i nostri sacerdoti e i nostri profeti e per i nostri padri, perché … non abbiamo ascoltato la voce del Signore, che diceva di camminare secondo gli insegnamenti che ci aveva messi dinanzi» (Bar 1,15-19; Dan 9,5ss). Così inventarono nuovi modi di comprendere e vivere la loro fede.
Un piccolo sussidio per un rinnovamento umano e cristiano della propria vita è il libro uscito in quel periodo, prodotto da Sebastiano e Sara Nerozzi insieme a me: Desiderare e scegliere, EDB, Bologna 2018. Si può facilmente ordinare via internet:

Sempre in marzo partecipai, a nome della CET, al congresso mondiale a Roma di ICMC (https://www.icmc.net/), una organizzazione internazionale cattolica che dal dopoguerra si occupa di migranti e rifugiati, aiutando concretamente nelle più disparate situazioni e interagendo con i governi e l’ONU per promuovere legislazioni e cultura, ispirate a valori cristiani. Circa 200 partecipanti dai 5 continenti. In un periodo in cui sembra che la chiesa cattolica compaia sui media solo per parlare di alcuni preti pedofili, vale la pena ricordare le decine di migliaia di persone che si prodigano per salvare e custodire la vita dei più piccoli.
La domenica delle Palme ho celebrato a Kirsehir con i rifugiati ed ecco i loro virgulti più teneri

La celebrazione del Triduo Pasquale a Iskenderun fu allietata di nuovo dal gruppo di catecumeni e neofiti afgani e persiani per il loro secondo incontro formativo, in continuazione con quello di Natale di cui avevo scritto. Una bella gioia rivedere i volti di questi fratelli e sorelle, assai provati, ma anche determinati a proseguire il loro cammino fondato su Gesù Cristo. E le preghiere di liberazione fatte a Natale hanno portato bei frutti a primavera!
Ad Aprile un nuovo pellegrinaggio, guidato dal monaco di Bose Sabino Chialà, esperto della Chiesa Siriaca alla cui storia e liturgia ci ha introdotto magistralmente. Un mondo a noi totalmente sconosciuto, ma ricchissimo, che si è sviluppato a partire da Antiochia sull’Oronte, Edessa (oggi Scianliurfa), Nisibi ecc. I monasteri che abbiamo visitato, oggi restaurati o in via di restauro, ci hanno conquistato per la loro bellezza e ricchezza di tradizione. Pian piano riprendono vita grazie a monaci - figli di rifugiati in  Europa ai tempi delle persecuzioni del ‘900 -  che hanno lasciato la loro comoda vita per tornare nei luoghi dei loro avi, anche arricchiti dall’esperienza religiosa e culturale europea. Tesori di architettura, teologia, poesia, simboli cristiani ecc. Parlano e celebrano in aramaico, la lingua di Gesù!

Mor Yakub d’Karno (monastero di s. Giacomo al corno)
È la terza volta che ci vado in questi tre anni e ho sentito l’imperativo di scrivere una guida a questi monasteri e territori e ho coinvolto Sabino nell’impresa. Siamo ambedue assai occupati e non sarà certo facile portare a compimento quest’impresa, che perciò affidiamo anche alla vostra preghiera!
La partecipazione al convegno nazionale CVX e LMS a Torino, presso l’Arsenale, il 28-29 aprile, mi ha permesso di ritrovare tante persone amiche conosciute in varie parti d’Italia e di visitare quest’opera di Dio fondata da Ernesto Olivero: una meraviglia della Grazia e della capacità di trasformare in realtà un sogno che tutti ritengono impossibile! L’accoglienza del povero, dello straniero, la ricerca della pace, uno stile di vita alternativo e fraterno, capace di dare un senso della vita anche alle giovani generazioni, sono POSSIBILI! Nessuno di noi trovi più scuse.
Fu per me toccante anche presiedere la concelebrazione con tanti confratelli Gesuiti. Così come pochi giorni dopo, a Milano, presiedere una Slow Mass(“La Messa-che prende-il-suo-tempo”, inventata dai Gesuiti a Parigi e che ho praticato per oltre un anno a Padova) nella chiesa di s. Fedele, gremita di fedeli. Molto bello anche l’incontro il giorno prima, nell’Auditorium, per la presentazione del 4° volume degli scritti del card Martini; oltre due ore di significative e diversificate testimonianze: a me era stato chiesto di approfondire il metodo con cui Martini approcciava il testo biblico e ne proponeva la meditazione. Potete ascoltare la mia relazione, introdotta dalla proiezione di alcuni passaggi delle videointerviste a Francesco Rossi De Gasperis, Silvano Fausti, Enzo Bianchi, Franco Brovelli, Maria Cristina Bartolomei, Pietro Bovati,: 
A chi vuole posso eventualmente inviare anche il testo scritto.
Il 12-20 maggio, un pellegrinaggio particolarmente riuscito. Il gruppo era piccolo e questo ha favorito un notevole clima fraterno. Gli incontri con la comunità cristiana di Mersin e con i profughi irakeni ne sono stati il clou. Si può vedere un video (https://www.youtube.com/watch?v=QF4Ow8uG-00&t=20s) segnalato anche sul rinnovato sito dell’AMO che vi conviene visitare, per le tante e belle novità che contiene, prima tra tutte l’allargarsi del numero dei collaboratori:
Ai primi di giugno, il tradizionale incontro di revisione dell’anno con Famiglie Oltre, nella bella cornice del santuario S. Cuore di Possagno, dove l’anno prossimo conto anche di dare un corso di esercizi ignaziani, a Dio piacendo. Il gruppo cresce in spirito fraterno e la loro chat mi porta un po’ della vita patavina a cui resto affezionato.
Strettamente unito, procede anche il cammino della comunità residenziale di famiglie Bethesda: emozionante vedere come è cresciuta rapidamente la casa, interamente smantellata e rifatta. Nonostante visite di ladri e atti di bullismo stupido, nonché la caduta di un grosso albero che miracolosamente ha risparmiato il nuovo tetto, i lavori sono andati avanti grazie ad una serie di persone (gli ingegneri Giacomo e Paolo Cavagnis, il geom. Nonnato, l’impresa di Luca e Fabrizio … ) che hanno “adottato” le famiglie come fossero dei figli. Un grazie a tutti anche da queste righe. Adesso c’è da pagare mutuo e debiti e sono ancora gradite offerte e prestiti! L’inaugurazione è fissata per domenica pomeriggio 14 ottobre: vi aspettiamo numerosi. 
Ai primi di giugno ho dato gli EESS a 24 padri Francescani Conventuali in Romania. È stata l’occasione anche per rivedere questo paese: l’entrata nella UE e l’adesione al libero mercato ha portato benessere a livello individuale, mentre le infrastrutture sono davvero carenti. Confrontando strade, aeroporti, ospedali, giardini con quelli della Turchia, quest’ultima stravince!
Ma la bellezza dei monasteri ortodossi è incomparabile!



Sopra il tripudio di fiori dei cortili di Agapia, monastero femminile. 
Sotto la chiesa di Neamtz, affrescata all’esterno.
In Cappadocia a metà giugno, il corso di introduzione all’iconografia tenuto da Mariagrazia per donne italiane, non poteva andar meglio. E tante risate hanno accompagnato il lavoro e la preghiera di questo manipolo di donne venute da varie parti d’Italia. A settembre si terrà un corso simile per ragazze rifugiate irakene!
24 giugno: Erdoğan e l’AKP vincono le elezioni e la Turchia vira in repubblica presidenziale, attraverso una serie impressionante di riforme. Una svolta nella storia del paese, che speriamo inauguri un tempo pacifico per tutti.
29 giugno: ad Antiochia tradizionale festa dei ss. Pietro (1° vescovo della città) e Paolo, momento privilegiato di ecumenismo. È iniziata con i solenni vespri del sabato sera nella chiesa ortodossa: mi piacciono molto per la potenza del canto e la conduzione corale di un gruppo di uomini e donne che celebrano insieme con i sacerdoti.
Bene anche la vacanza per famiglie con bambini ancora in Cappadocia, ai primi di luglio: 10 adulti e 14 figli, dai 2 ai 20 anni! Padova, Bolzano, Milano, Bologna i luoghi di provenienza. Il paesaggio unico al mondo, le chiese rupestri, le escursioni guidate da Heinrich, i momenti di preghiera e tante altre cose ne hanno fatto una vacanza significativa ai vari livelli, aprendo anche a sani interrogativi: come mai questi luoghi così fondamentali per il cristianesimo sono oggi privi di presenze cristiane? Molteplici le risposte che vedono coinvolti tanti soggetti politici e religiosi, potenze occidentali per prime, soprattutto nell’ultimo secolo.
La tradizionale settimana biblica al Mulino, tenuta anche quest’anno da sr Ombretta, è stata particolarmente ben condotta ed è un’occasione formativa che potrebbe essere frequentata di più. L’anno prossimo sarà sul profeta Geremia, tenuta da sr Benedetta Rossi.
Ma certamente il filo rosso di questi ultimi mesi e la preoccupazione più importante, è stata la ricerca di presbiteri e suore per rinforzare la presenza di operatori pastorali del Vicariato di Anatolia. Il carmelitano p. Angelo che sembrava confermasse la sua presenza, è invece rientrato in Italia: il p. Generale gli ha chiesto di ritornare in comunità. Quanto al diacono turco – francese Alexandre, a malincuore ma ho ritenuto che Iskenderun e il Vicariato non fossero la realtà adatta per lui e quindi a fine giugno è partito. Un sacerdote polacco disponile a venire subito, che già conosceva qualcosa della nostra realtà e che ho incontrato in un denso colloquio a Padova, non ha ricevuto l’ok dal suo vescovo. Quindi dalla partenza, il 31 luglio, dei padri Francescani Conventuali, proprio la cattedrale rimane senza un parroco. Pregate il Signore della messe che mandi operai. Tuttavia è anche un’occasione di riflessione per tutti: una comunità cristiana locale che non partorisce dal suo interno dei pastori, non ha lunga vita e non può contare sempre sull’invio dall’estero. Purtroppo però il Vicariato ha avuto vocazioni presbiterali negli ultimi 15 anni, ma per un motivo o per l’altro sono finiti in occidente: una chiesa locale impoverita anche in questo senso.
Quanto alle suore: attendo la conferma delle piccole sorelle per il lavoro con i rifugiati cristiani, ma non è scontata, purtroppo. Le suore Comboniane invece sono intenzionate a mandare un paio di sorelle: vedremo quando la cosa si concretizzerà, certo non all’inizio di questo anno sociale.
La notizia positiva riguarda invece un sacerdote del Patriarcato di Gerusalemme che speriamo ottenga il visto per venire un anno a svolgere assistenza spirituale ai rifugiati cristiani in Cappadocia. Ha fatto un primo mese con loro ed è disposto a tornare, grazie a Dio.

***
Quanto alla situazione dei cattolici in Medio Oriente e alla situazione in cui vivono, vi invito caldamente a leggere la Lettera pastorale del Consiglio dei Patriarchi Cattolici d’Oriente(CPCO): lucida, profetica, coraggiosa!

***
Ecco cari amici un po’ di scintille di questi mesi: il tutto come sempre va condito con il mio essere uno straniero, privo della lingua locale; impelagato nella gestione di edifici, burocrazie varie, amministrazione complessa ecc. ecc. Un’esperienza non piccola di povertà, ma di cui ringrazio di cuore il Signore. 



Nessun commento:

Posta un commento