venerdì 14 novembre 2014

Sulla strada del ritorno



13 novembre

Cari amici, ci siamo lasciati l’8 nov. sera, ero a Mardin, sud est Turchia.
La mattina dopo ho preso l’aereo per Istanbul, mentre il fido Murat iniziava il viaggio di ritorno per riportare ad Antalya l’auto presa a nolo. Un amico l’ha raggiunto e così facevano il viaggio insieme.
Arrivato alle 14 in albergo a Istanbul, avevo qualche ora a disposizione. Ho guardato 2-3 alberghi per i gruppi, gironzolando nei pressi di s. Sofia. Poi mi sono imbattuto nell’entrata della nuova metropolitana che attraversa il Mar di Marmara e in un minuto e mezzo porta sulla sponda asiatica, a Kadiköi (l’antica Calcedonia, sede del famoso Concilio). Avevo letto di questo prodigio dell’ingegneria civile turca, costruito in pochi anni, che fa correre il treno sotto il mare a 60 mt di profondità e ho deciso di sperimentarla. Costo uguale a quello di una qualunque corsa in metro: 1,3 €!
Così in un attimo mi ritrovo in Asia! Incredibile questa metro che trasporta 1,5 milioni di persone al giorno, tanto criticata su alcuni giornali per la sicurezza, il senso di nausea ecc.: in realtà tutto è filato liscio e solo per un attimo hai la sensazione di sbalestramento e di aria umida. Un’altra prodigiosa opera pubblica voluta dallo staff di Erdoğan, apprezzata anche dai suoi critici più feroci.
Scendo alla prima delle 2 fermate “asiatiche” e così mi faccio a piedi 5 km di lungomare, mentre scende la sera in un cielo grigiastro che rende ancor più irreale lo skyline della Istanbul europea, il Corno d’Oro, i minareti della Moschea Blù e le silohuettes dei grattacieli di Taksim.
Rientro in Europa con il più classico traghetto, che in una mezz’ora attraversa il mare e così mi godo ancora un po’ di panorama.
La mattina dopo sveglia alle 4 e partenza per l’aeroporto, da cui decollo alle 06.55 per Catania. Turkish Airlines ci offre un’ottima colazione (non a caso per il 4° anno consecutivo ha vinto il premio di miglior compagnia aerea europea! – forse se in Alitalia licenziassero tutti i superpagati boiardi di stato e chiamassero qualche turco, le cose andrebbero meglio …) e così poco dopo le 09.00 mi trovo in una Catania dove ho scansato il nubifragio di cui però vedo ampi segni.
Recupero il mio eremo viaggiante e mi metto in viaggio per Messina. Lungo l’austostrada occhieggio le belle spiagge della costa orinetale della Sicilia, mentre l’Etna è pieno di neve.
Mi tenta l’idea di una fermata a Taormina … ma ho addosso una certa frenesia di prendere il battello e rientrare “nel continente” e decidere quale strada intraprendere per tornare a Bari, dove terrò la seconda puntata del ritiro al clero. Sono incerto a lungo tra la comoda autostrada della costa tirrenica, fermandomi a Tropea, vedere luoghi nuovi ecc., o ripercorrere la “ionica”. 
Alla fine prevale il criterio della ripetizione ignaziana: voglio rivedere i luoghi più belli dove mi sono fermato. In questo modo so già dove fermarmi e posso valutare con più oggettività la loro bellezza. Al primo impatto di rado si colgono bene i vari aspetti.
Così alle 14, da Villa s. Giovanni, punto decisamente su Ferruzzano marina.
La SS 106 “ionica” è davvero terribile: stretta, piena di divieti, quasi sempre col limite di 50 e la striscia continua che nessuno osserva, ma che indica la reale situazione di difficili sorpassi. Il paragone con le strade turche della cost sud, assai peggiori della ionica nel 1982, e che in questi giorni abbiamo invece percorso alla grande, è impietoso!
A Ferruzzano arrivo verso le 4 del pomeriggio, dopo una lunga sosta per riordinare il pulmino, disfare la valigia “turca” ecc. C’è la solita sfilza di camper, a riprova della bontà del sito. C’è vento, il mare è mosso, la rena bagnata … ma l’appiccitaccio di due giorni che sento addosso, postula un tuffo rigenerante. Detto fatto e ne esco tonificato: nell’accqua c’è ancora il calore dell’estate.
Ma devo fare i conti col fatto che ora non c’è più l’ora legale, le giornate si sono accorciate e mi ritrovo alle 17.30 in pieno buio! E minaccia pioggia.
La vita del camperista artigianale non funziona in autunno pieno.
Leggo e lavoro un poco al computer sotto un lampione; mangio qualcosa … ma alle 20 devo infilarmi a letto, del resto sono stanco. E poi tutti i devices sono scarichi.
La notte piove forte, è piacevole stare al sicuro, ma bisogna approfittare dell’attimo in cui la pioggia smette … per fare i bisognini! Non è facile.
Mi torna in mente il fatidico inizio del romanzo di Snoopy: «Era una notte buia e tempestosa».
Ci vorrebbe un vero camper, come quello dei miei vicini piemontesi, per quanto semplice sia.
Alle 05.30 giustamente non ne posso più di stare a letto; per fortuna ha smesso di piovere e posso alzarmi e godermi l’alba tra nuvoloni neri, squarci di luce limpidissima e il bianco spumeggiante della mareggiata. Con la luce del giorno tutto diventa anche più affrontabile, ma non me la sento di tirar fuori il fornello.
Dico le lodi e vado in paese alla ricerca del parroco, ma senza risultato.
Mi metto allora in marcia e arrivo alle 9 a Gioiosa Ionica, alla comunità Goel. Non piove, ma il tempo rimane brutto e così decido di fermarmi un giorno da loro per lavorare in santa pace.
Come sempre sono assai accoglienti e discreti e passo la giornata a scrivere il testo del ritiro al clero di Bari e a parlare con loro: da Vincenzo Linarello ascolto una ricostruzione delle vicende degli ultimi 50 anni e mi vergogno un po’ di quanta ignoranza abbiamo addosso noi del nord.
Una semplice messsa intorno al tavolo in sala da pranzo conclude la giornata.

È iniziata una fase nuova del mio viaggio e ormai comincio a pianificare il rientro a Padova, gli impegni dei giorni successivi, ecc.
Nei due giorni successivi continuo sulla ionica e mi fermo a Montegiordano dalle Suore dove ero già stato. Le coste magnifiche e il mare agitato fanno da compagne di viaggio, sulla destra della strada.
Nel frattempo valuto anche le varie possibilità che ho intravisto per una vacanza per le famiglie: Bibbia e Mare sarà una degna sorella dell’esperienza di Carezza, ne sono certo.
Butto giù uno schema con 4-5 possibilità e un paio di proposte di date, ma ci saranno famiglie interessate?
La risposta a voi.
Stamani faccio sosta a spiaggia 48, lido s. Teodoro, quello dei camper dei tedeschi, dove avevo passato splendide ore. Il mare limaccioso e agitato ha un suo fascino, vorrei scrivere il blog lì … ma ogni tanto gocciola e così punto direttamente su Cassano delle Murge, Oasi s. Maria, dove domani terrò il ritiro.

I pensieri che mi hanno accompagnato in questi giorni sono ancora su questa Italia così struggentemente bella, così disordinata, senza piani regolatori decenti, così umiliata da politici e amministratori massoni e poi mafiosi, da industriali del nord che hanno speculato sulla miseria del sud, sui miliardi infiniti dati a pioggia con il solo scopo di mantenere tutto fermo e alimentare il clientelismo e l’assistenzialismo di stato. Il dissesto idrogeologico mi balza agli occhi ad ogni ruscello, torrente, fiume che la strada attraversa: non è solo colpa dei politici, riguarda tutti noi. Prima degli stadi e delle discoteche, dovevamo custodire il territorio.
Mi rendo anche conto sempre più di quanto diceva il card. Martini: « La politica è la più alta forma di carità verso il prossimo. ». Abbiamo bisogno di gente con esperienza della vita, preparata, disinteressata al successo personale, astuta … che si impegni nelle pubbliche amministrazioni, sapendo che va incontro al martirio.
Ma l’occhio scorre anche queste coste e questo mare dove tanta gente in fuga dalla guerra e dalla miseria cerca scampo. Spesso in questo mese ho immaginato di ritrovarmi su una di queste spiagge senza nulla, senza nemmeno la lingua per esprimere i prori bisogni. Chi sopravvive alla fame, alla rabbia, alla delusione, alla solitudine, alla tentazione di rubare e uccidere, merita la medaglia d’oro. Sono tanti che ci precederanno nel Regno dei Cieli, come dice Mt 25.
E i monasteri siriani in Turchia rimangono nel cuore.
Sono indispensabili gemellaggi con questi cristiani, che per la prima volta dopo 2000 anni spoglieranno il Medio Oriente della loro presenza. Là dove nemmeno il feroce Saladino ha fatto terra bruciata, ci riesce la politica americana e israeliana, col tacito assenzo dell’Europa. Una vergogna.

La fine di questo viaggiare che la Provvidenza mi ha generosamente concesso si avvicina.
Come non riprendere rapidamente la vita di prima e far germogliare i semi che il Cielo ha piantato in questo viaggio?

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