venerdì 28 novembre 2014

Dalla capitale del cattolicesimo latino



Dalla capitale del cattolicesimo latino

Sono ormai 2 settimane che non vi scrivo e mi dispiace, ma i cambiamenti si sono susseguiti ad un ritmo un po’ serrato e la vita romana ha richiesto un certo rodaggio …
Eravamo rimasti che avevo iniziato la via del ritorno, ma ancora vi scrivevo dalla costa ionica, dove pure era rrivato un discreto cambiamento climatico.
Arrivato a Cassano sulle Murge, mi sono concentrato sulla seconda puntata del ritiro ai sacerdoti della diocesi di Bari, sempre col vescovo presente. Questa volta l’apprezzamento è stato palese e sono ripartito molto contento. Tuttavia quella sala con un centinaio di preti e più, non è il mio ambiente …
Ripresa l’autostrada verso il nord ho passato alcune ore presso l’abbazia (in pieno restauro) di xxxx, dove abita un mio ex alunno della facoltà teologica che fa parte della comunità dei Ricostruttori nella preghiera , fondata da un gesuita, p. Cappelletto. In pochi anni le comunità si sono moltiplicate, coniugando spiritualità e pratica yoga con un cristianesimo monastico solido. Sono uomini e donne, mangiano vegetariano rigoroso, pregano e lavorano e stanno recuperando molte abbazie e chiese abbandonate. Fabrizio è un ottimo giovane, laureto in ingegneria informatica; poi entrato in noviziato, dopo gli studi teologici, deve adesso decidere se rimanere semplicemente consacrato con i tre voti, o anche farsi ordinare prete. Abbiamo passato qualche ora chiaccherando, e passeggiando poi, sul ben curato lungomare di Manfredonia - a pochi km dall’abbazia - dove non ero mai stato.  Ma a fine giornata l’ho lasciato alla volta di Pescara dove avevo fissato di passare la notte, come all’andata.
Salendo verso Pescara ho iniziato subito a sentire che l’umidità cresceva, segno inconfondibile che andavo verso nord! Gentili i miei confratelli nell’accogliermi, come all’andata; la mattina, dopo la messa nella loro parrocchia, ho iniziato una bella tirata di quasi 400 km per arrivare alla comunità di famiglie della Tenda di Abramo, a Castel san Pietro (BO), dove non andavo da quasi due anni!
È stato bello rivederli, parlare un po’ con l’uno e l’altro e trovarli in buona forma, avendo, pian piano e non senza fatica, trovato un loro assetto. Oggi sono un condominio solidale più che una vera comunità in senso stretto, ma in questo modo hanno salvaguardato i molti valori che li uniscono, l’accoglienza e una vita semplice. Una nuova famiglia si è unita a loro da alcuni mesi, a riprova della fecondità del loro attuale assetto. I figli ormai hanno quasi tutti spiccato il volo e le notizie al loro riguardo sono buone: un’altra riprova che crescere in un contesto comunitario prepara alla vita meglio che la sola famiglia mononucleare.
Sono ripartito la sera per arrivare sotto l’acqua a Padova a tarda notte.
Così è finito il mio viaggio di 31 giorni, 2900 km in Italia e 1300 in Turchia più 4 tratte in aereo e due volte il traghetto da e per la Sicilia.
Ne ho visto di mondo!
E sono tornato sano e salvo, cosa mai scontata, soprattutto in questi casi.
Ringrazio di cuore il Signore, l’Angelo custode e Maria, così come la preghiera di chi mi ha accompagnato.

Ma è stato bello rientrare a casa, ne avevo voglia!
Ho passato i due giorni successivi ad incontrare i miei fratelli di comunità e gli stretti collaboratori come Maurizio, l’Annalisa, Marilena, Francesca, Pancrazio, Ivan. Buono anche parlare con Giovanni, Ivan Agresta e Alberto che partiva per il Tchad. Ho scelto invece di conservare il silenzio con gli altri: molte cose dovevo prendere in mano (in primis con l’impresa Cavagnis), a vari livelli, e francamente ho lavorato come un dannato, al punto che dopo 72 ore … sono stato di nuovo pronto per partire!
E poi c’era da rimettere a posto tutta l’attrezzatura, congedarsi dall’eremo viaggiante e preparare la tappa successiva di Roma. Ma a Padova mi sono sentito al mio posto e ho ritrovato la voglia di dare il mio contributo.
Il che non significa non manchino i problemi: ognuno ne ha segnalati alcuni, gesuiti e laici, in un modo o nell’altro. Devo dire però che nel mese di assenza tutti si sono dati da fare e … hanno sentito anche l’utilità di un superiore! Peccato, sognavo già la pensione!

Arrivato a Roma, molte sensazioni e sfide si sono accumulate.
Sono arrivato con un triplice intento: anzitutto studiare e cercare di scrivere un articolo sul viaggio di Paolo e Barnaba da Perge in Panfilia ad Antiochia di Pisidia (Atti 13, 13-14), su cui avevo fatto una breve conferenza al Festival Biblico a Vicenza; su quelle strade avevo camminato due anni fa con Maurizio e l’anno scorso con 25 giovani.
Seconda cosa, desideravo rivedere persone che non vedevo da anni e a Roma sono tante, soprattutto Gesuiti.
Terzo, volevo continuare un tempo di gratuità, senza l’affanno di una giornata tutta programmata.
L’impatto con la biblioteca del Biblico, dove passo circa 7 ore, all’inizio è stato devastante e ho potuto subito misurare quanto io appartenga ad un’altra epoca. La biblioteca è la stessa, ma ormai tutto si ricerca attraverso computer, in inglese; la collocazione dei libri segue altri criteri dal passato, tutto è formalizzato con tessere elettroniche ecc.; tutti sono stati molto gentili, a cominciare dal padre bibliotecario e dal Rettore (“ma io ho studiato sul suo libro sulla Sapienza: non sapevo fosse un gesuita!”).
E poi i primi giorni continuavo a dimenticare questa o quella cosa, non riuscivo ad organizzarmi, mi mancavano delle cose … insomma un vero campagnolo sprovveduto che approda nella grande città! Anche nel calcolo dei tempi per gli spostamenti, una grande città come Roma richiede un altro modo di vivere.
Adesso abito in una stanza, che fa parte di una piccola dependance (3 stanze e un bagno) che si affaccia su una terrazza sul tetto della chiesa di s. Ignazio. Il resto dei locali della comuità è sotto e devo passare tre porte, prendere un’ascensore, salire una scaletta ecc., per arrivare nella zona cucina e corridoio da pranzo (è così, vi assicuro!). Con tutto questo entra – esci, i 24 gradi che ci sono in biblioteca, l’umido che è arrivato anche qui … non potevo non beccarmi un solenne raffreddore!
In comunità abitano 4 padri e il superiore è p. Bovati. Sono tutti molto gentili.
Abitare nel centro di Roma è certo un privilegio e la città conserva il suo fascino, tantopiù adesso, meno intasata dalle auto. La varietà dei volti della gente, dà poi un sapore babelico piacevole.
Le imponenti chiese, così come le grandi costruzioni degli ordini religiosi e in particolare le nostre case – spesso invariate rispetto a quando le ho viste la prima volta, 46 anni fa! – danno in effetti la sensazione che il tempo non passa, e proprio per questo affiora inevitabile una certa malinconia: la vita nuova è altrove. Eppure quando c’è uno come papà Francesco o questo o quel “predicatore” autentico, anche questo passato è capace di accogliere la vita. Alla fine il primato è sempre dell’uomo, nel bene e nel male.

La mia giornata vede la messa alle 08.00 in chiesa grande, una abbondante colazione, poi parto per la biblioteca dove resto in genere fin verso le 5, portandomi un panino o simili, con piccola pausa verso le 14, quando faccio un giretto per le stradine intorno al Biblico. Torno a casa, mangio verso le 18.30 e poi mi incontro con qualcuno. Nel mio intento originario volevo anche andare spesso al cinema, ma per ora nisba. Ma va bene così.
Poi c’è il sabato pomeriggio e la domenica in cui vedo qualcuno in più o vado ad un incontro ecc.; ma questo sabato mattina sono stato ingaggiato per una diretta televisa su TV 2000 per commentare il viaggio del Papa in Turchia: wow! E domenica mattina sono a RAI International per la trasmissione “Cristianità”, per il medesimo motivo: wow! Cristianità viene diffuso nel mondo a circa 5 milioni di telespettatori ed è visibile su internet ogni lunedì successivo alla trasmissione.
Francamente sono emozionato!
Vi porto nel cuore.

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