23 ottobre
Finito di scrivervi dalla spiaggia di Cirò mi sono guardato
intorno: il luogo era diventato rumoroso per il via vai delle auto e poi non mi
sentivo al sicuro. Decido entrare in paese e di fare cena con un buon gelato di
cui mi ha parlato un passante; intanto mi guarderò intorno per cercare un posto
adatto per la notte. Ma non ne trovo e mi accompagna un senso di insicurezza.
Torno al luogo iniziale e vedo che a 100 mt c’è un campeggio sul mare. Per 10
euro mi danno una piazzola per il pulmino, un bagno e una veranda con luce e
angolo cucina in un bungalow accanto: grande!
La mattina una interessante chiacchierata con il padrone del
camping, un milanese il cui zio aveva iniziato il campeggio tanti anni prima e
che credeva nel turismo al sud. Mi parla dello “stato” all’interno dello stato:
l’unica realtà che modera la legge delle armi, come succede dove si trova il
figlio – medico – in un paese del sud America, costretto ad avere le guardie
armate, le telecamere, il filo spinato con la corrente elettrica per difendersi
dall’assalto alla casa che ha costruito. Lo dice con dispiacere, ma anche dando
un motivo del perché impera la legge della cosca: è un primo passo per uscire
dalla legge della pistola.
L’argomento ‘ndrangheta tornerà altre volte in questi
giorni, in discorsi occasionali con persone con cui nemmeno ci scambiamo i
nomi, ma che ad un sacerdote parlano senza tanti giri di parole.
Ma quando ne parlerò con sr Mirella, l’eremita che vive a
Gerace, comincio a capire un po’ meglio come funziona la faccenda e soprattutto
qual è il fulcro di tutto e quali sono i diversi ingredienti che si sono
accumulati lungo i secoli e hanno reso possibile questa avvilente situazione.
Ne parleremo: non è qui il caso di approfondire.
Intanto questi giorni sono stati all’insegna del “al meglio
non c’è mai fine”.
Sono arrivato infatti a Capo Rizzuto! Qui resto un paio di
giorni in successive baie che non hanno nulla da invidiare ai più gettonati
luoghi turistici che riempiono i depliant di mezzo mondo. Fantastico parco
marino, con spiagge da sogno e mare trasparente che vien voglia di berlo.
Passeggiate e nuotate si susseguono, imbattendoni anche in
un’altra struttura ecclesiale che potrebbe essere la base per una vacanza per
gruppi. Scopro anche che Ryanair collega nord e centro Italia con Crotone con
regolari voli: al solito, prenotando per tempo si spende nulla e ci si ritrova
in poco più di un’ora in un luogo che sta al pari della costa smeralda in
Sardegna o della costa turchese in Turchia. Vedremo chi avrà il coraggio di
negarsi questi luoghi (ma sempre in giugno o settembre / ottobre)!
Ma il segreto di questi giorni è la vita affrontata con
calma e con semplicità, a contatto immediato con la natura. Mi rendo conto di
quante cose inutili ci soffocano e di come l’aver reso tutto facile o a portata
di mano ci renda in realtà la vita più complicata, impedisca di gustare e
incrementi il trangugiare distratto. Nell’abbondanza e nello scontato, in cui
oggi una parte di umanità cresce, è nascosta una maledizione certa, sebbene
difficile da snidare.
Acqua, fuoco, cibo, calore, energia … in grandi quantità,
così come altre comodità varie, ci hanno rovinato la capacità umana di scoprire
le cose come simboliche del bello e del buono.
Tutto è diventato troppo facile, per una parte di umanità,
troppo.
Qualunque fame è presto saziata. Allora l’abbondanza di cibo
ha creato i disturbi nell’alimentazione; quella di acqua infinite doccie che non tolgono la perenne
sensazione di essere sporchi; quella di energia a passare dall’uso di una cosa
ad un’altra senza pace. L’abbondanza di sesso facile a non poche difficoltà a
trovare il partner della vita.
L’abbondanza di religione, all’ateismo e all’indifferenza.
Mi permetto di consigliare ai genitori di far conquistare ai
loro piccoli le cose, di non servirli troppo, di porgli dei limiti, di
insegnare loro a vivere nel bosco o in riva la mare, come fa la metodologia
scout. Educarli alla vita semplice, a scoprire che il gusto sta nell’assaporare
e in un po’ di fatica per preparare ciò di cui si ha bisogno. Dai 4 anni in su è
possibile.
Intendiamoci: di fatica i ragazzini di oggi ne fanno tanta,
per mille motivi, anche troppa anzi. Ma non per giusti motivi, ma perché costretti
ad essere in fretta, in miniatura, come i grandi.
Non sono sicuro di essermi espresso bene per dire ciò che
intuisco, ma sarebbe buono aprire dei piccoli dibattiti su questi temi. La
nostra civiltà vive un disagio epocale che non è solo la recessione, la
mancanza di lavoro ecc.; ci sono radici più profonde del nostro malessere.
Non basta mangiare bio o andare in posti splendidi per le
vacanze: la ricerca di un po’ di felicità richiede di valutare meglio il nostro
modo di vivere, ovvero l’abbondanza e facilità con cui pochi (anche se sono un
miliardo e mezzo di persone) hanno troppo.
La scelta di Gesù di crescere in un contesto assai semplice,
in un villaggio secondario, guadagnandosi il pane ecc., non è una scelta
ascetica o masochistica: quel modo di vivere lo aiutava a vedere la vita e il
mondo dalla prospettiva giusta. Non gli era scontato il pane e per questo ha
notato la donna che impasta farina, acqua e lievito e ha capito che il Padre
era la massaia del Regno!
Devo anche dirvi qualcosa delle inquietudini che prendono la
sera. Non posso parcheggiare il mio eremo, mettermi in pigiama e dormire nel
mezzo di un centro abitato: è ovvio. E comunque anche lì ad una certa ora sei
in balìa di chiunque. Tanto più se sei in un luogo appartato.
In quel momento provo paure. Non dei ladri o assassini di
professione, che hanno una loro serietà. Temo l’auto con dei giovinastri a
bordo che magari gli salta in testa di fare la bravata, come se ne legge ogni
giorno.
In quel momento mi affido all’angelo custode
e riconosco la saggezza di Sap 17,11-12 «La
paura infatti altro non è che l’abbandono degli aiuti della ragione;
quanto meno ci si affida nell’intimo a tali aiuti, tanto più grave è
l’ignoranza della causa che provoca il tormento».
Sono le paure a riempire la vita di fantasmi insopportabili.
La bellezza e libertà hanno un loro prezzo. Non sono
disposto a vivere nella cuccia sicura, al guinzaglio del non-si-sa-cosa. È una scelta di vita.
Ognuno decida …
Ma non sono temerario e cerco di discernere ciò che passa
dentro. Alcune volte ho cambiato luogo; altre ho cercato finché non mi sentivo
tranquillo.
In questi giorni ho riscoperto la radio, che a casa non
ascolto mai. Mi rammarico che il 90 per cento dei canali proponga solo canzoni -
che poi son sempre quelle, e che non ci sia spazio per la musica classica; ogni
tanto però ci sono delle trasmissioni molto interessanti, che allargano i
confini mentali e aiutano a decentrarsi. Per es. in questi giorni imparo che c’è
una guerra sulla libertà di espressione in Russia e una guerra economica con la
Russia che va ben aldilà dei fatti riguardanti l’Ucraina. Come molte delle
guerre più importanti avviene sott’acqua, attraverso pericolosi braccio di
ferro. Per fortuna noi abbiamo Berlusconi che è amico intimo di Putin e anche
di recente l’ha invitato a cena!
Il 22 sera arrivo alla comunità Goel di Gioiosa Ionica,
amici della comunità del Mulino e dove ero stato 4 mesi fa. È bello rivedersi ed è
bello dormire in casa, proprio la sera in cui arriva il temporale! Il giorno
dopo passo alcune ore da Mirella, l’eremita di Gerace, la cui storia è assai
affascinante. Partita dalla Calabria e installatasi brillantemente a Parigi,
atea, ragazza madre … incontra infine il Signore, torna in Calabria e rimane
molti anni presso p. Pino Stancari per poi accettare l’invito di mons.
Bregantini a tenere un antico piccolo eremo bizantino. Qui vive, prega, studia,
tiene ritiri - anche al clero - ed è punto di riferimento per non poche persone.
Da conoscere! Come anche è da incontrare p. Frederick, un francese eremita approdato
qui dopo innumerevoli vicissitudini e che tiene in piedi l’antichissimo eremo
di s. Ilarione, non lontano da Caulonia, ai bordi di un bellissimo torrente, in
una gola piena di vegetazione, incontaminata, assai suggestiva. Adesso è in
Belgio e non posso rinnovargli una visita.
Con Mirella passo alcune ore in gratuità ed è bello non
avere nessun motivo particolare per stare insieme.
Queste piccole presenze rinnovano una tradizione antichissima
perché la Calabria ionica fu civilizzata ed evangelizzata da monaci siriani,
poi palestinesi e infine egiziani. Poi arrivarono i bizantini che hanno
lasciato chiese meravigliose come la “Cattolica di Stilo” che ho visitato il
girono prima.
La sera sono a cena al nuovo ristorante Amal (speranza, in arabo)
aperto dalla coop Goel Bio; stupefacenti gli antipasti e il primo di ravioli al
nero di seppia, riempiti di pesce e conditi con striscioline di zucchini e
gamberetti saltati in padella. Non mancherò di dare 5 stelle su Tripadvisor a
questa iniziativa della cooperativa che cerca di creare nuovi posti di lavoro,
utilizzando prodotti genuini del consorzio Goel, con una logica anti ‘ndrangheta
e integrando extracomunitari. Il primo ristorante glielo hanno bruciato, ma
loro sono ripartiti con tenacia! Ringrazio Dio per questa gente che ha scelto
di sottrarsi al ricatto e alle intimidazioni. Purtroppo vedo di sfuggita
Vincenzo Linarello, il promotore e mente pensante del Goel, sostenuto da mons.
Bregantini. Un altro personaggio da conoscere, insieme con la moglie Patrizia e
gli altri collaboratori!
Ma ahimè, cenare – per quanto sobriamente - alle 21 non fa
per me in questo periodo e quindi si riaffaccia l’esofagite che era stata
tranquilla nei 10 giorni precedenti.
Si conclude così la prima giornata di pioggia, con calo
significativo delle temperature.
Stamani riprendo il mio viaggio, con i colori più vividi:
siamo entrati nell’autunno. Vi scrivo adesso da un’altra spiaggia da urlo,
località Ferruzzano stazione, con un sole tornato bruciante, il mare calmo e il
vento che sta acquietandosi.
Nel pomeriggio arriverò dai Padri a Reggio Calabria.
Vi porto nel cuore.