venerdì 24 ottobre 2014

Al meglio non c'è fine ...



23 ottobre

Finito di scrivervi dalla spiaggia di Cirò mi sono guardato intorno: il luogo era diventato rumoroso per il via vai delle auto e poi non mi sentivo al sicuro. Decido entrare in paese e di fare cena con un buon gelato di cui mi ha parlato un passante; intanto mi guarderò intorno per cercare un posto adatto per la notte. Ma non ne trovo e mi accompagna un senso di insicurezza. Torno al luogo iniziale e vedo che a 100 mt c’è un campeggio sul mare. Per 10 euro mi danno una piazzola per il pulmino, un bagno e una veranda con luce e angolo cucina in un bungalow accanto: grande!
La mattina una interessante chiacchierata con il padrone del camping, un milanese il cui zio aveva iniziato il campeggio tanti anni prima e che credeva nel turismo al sud. Mi parla dello “stato” all’interno dello stato: l’unica realtà che modera la legge delle armi, come succede dove si trova il figlio – medico – in un paese del sud America, costretto ad avere le guardie armate, le telecamere, il filo spinato con la corrente elettrica per difendersi dall’assalto alla casa che ha costruito. Lo dice con dispiacere, ma anche dando un motivo del perché impera la legge della cosca: è un primo passo per uscire dalla legge della pistola.
L’argomento ‘ndrangheta tornerà altre volte in questi giorni, in discorsi occasionali con persone con cui nemmeno ci scambiamo i nomi, ma che ad un sacerdote parlano senza tanti giri di parole.
Ma quando ne parlerò con sr Mirella, l’eremita che vive a Gerace, comincio a capire un po’ meglio come funziona la faccenda e soprattutto qual è il fulcro di tutto e quali sono i diversi ingredienti che si sono accumulati lungo i secoli e hanno reso possibile questa avvilente situazione. Ne parleremo: non è qui il caso di approfondire.

Intanto questi giorni sono stati all’insegna del “al meglio non c’è mai fine”.
Sono arrivato infatti a Capo Rizzuto! Qui resto un paio di giorni in successive baie che non hanno nulla da invidiare ai più gettonati luoghi turistici che riempiono i depliant di mezzo mondo. Fantastico parco marino, con spiagge da sogno e mare trasparente che vien voglia di berlo.
Passeggiate e nuotate si susseguono, imbattendoni anche in un’altra struttura ecclesiale che potrebbe essere la base per una vacanza per gruppi. Scopro anche che Ryanair collega nord e centro Italia con Crotone con regolari voli: al solito, prenotando per tempo si spende nulla e ci si ritrova in poco più di un’ora in un luogo che sta al pari della costa smeralda in Sardegna o della costa turchese in Turchia. Vedremo chi avrà il coraggio di negarsi questi luoghi (ma sempre in giugno o settembre / ottobre)!

Ma il segreto di questi giorni è la vita affrontata con calma e con semplicità, a contatto immediato con la natura. Mi rendo conto di quante cose inutili ci soffocano e di come l’aver reso tutto facile o a portata di mano ci renda in realtà la vita più complicata, impedisca di gustare e incrementi il trangugiare distratto. Nell’abbondanza e nello scontato, in cui oggi una parte di umanità cresce, è nascosta una maledizione certa, sebbene difficile da snidare.
Acqua, fuoco, cibo, calore, energia … in grandi quantità, così come altre comodità varie, ci hanno rovinato la capacità umana di scoprire le cose come simboliche del bello e del buono.
Tutto è diventato troppo facile, per una parte di umanità, troppo.
Qualunque fame è presto saziata. Allora l’abbondanza di cibo ha creato i disturbi nell’alimentazione; quella di acqua  infinite doccie che non tolgono la perenne sensazione di essere sporchi; quella di energia a passare dall’uso di una cosa ad un’altra senza pace. L’abbondanza di sesso facile a non poche difficoltà a trovare il partner della vita.
L’abbondanza di religione, all’ateismo e all’indifferenza.
Mi permetto di consigliare ai genitori di far conquistare ai loro piccoli le cose, di non servirli troppo, di porgli dei limiti, di insegnare loro a vivere nel bosco o in riva la mare, come fa la metodologia scout. Educarli alla vita semplice, a scoprire che il gusto sta nell’assaporare e in un po’ di fatica per preparare ciò di cui si ha bisogno. Dai 4 anni in su è possibile.
Intendiamoci: di fatica i ragazzini di oggi ne fanno tanta, per mille motivi, anche troppa anzi. Ma non per giusti motivi, ma perché costretti ad essere in fretta, in miniatura, come i grandi.
Non sono sicuro di essermi espresso bene per dire ciò che intuisco, ma sarebbe buono aprire dei piccoli dibattiti su questi temi. La nostra civiltà vive un disagio epocale che non è solo la recessione, la mancanza di lavoro ecc.; ci sono radici più profonde del nostro malessere.
Non basta mangiare bio o andare in posti splendidi per le vacanze: la ricerca di un po’ di felicità richiede di valutare meglio il nostro modo di vivere, ovvero l’abbondanza e facilità con cui pochi (anche se sono un miliardo e mezzo di persone) hanno troppo.
La scelta di Gesù di crescere in un contesto assai semplice, in un villaggio secondario, guadagnandosi il pane ecc., non è una scelta ascetica o masochistica: quel modo di vivere lo aiutava a vedere la vita e il mondo dalla prospettiva giusta. Non gli era scontato il pane e per questo ha notato la donna che impasta farina, acqua e lievito e ha capito che il Padre era la massaia del Regno!

Devo anche dirvi qualcosa delle inquietudini che prendono la sera. Non posso parcheggiare il mio eremo, mettermi in pigiama e dormire nel mezzo di un centro abitato: è ovvio. E comunque anche lì ad una certa ora sei in balìa di chiunque. Tanto più se sei in un luogo appartato.
In quel momento provo paure. Non dei ladri o assassini di professione, che hanno una loro serietà. Temo l’auto con dei giovinastri a bordo che magari gli salta in testa di fare la bravata, come se ne legge ogni giorno.
In quel momento mi affido all’angelo custode e riconosco la saggezza di Sap 17,11-12 «La paura infatti altro non è che l’abbandono degli aiuti della ragione; quanto meno ci si affida nell’intimo a tali aiuti, tanto più grave è l’ignoranza della causa che provoca il tormento».
Sono le paure a riempire la vita di fantasmi insopportabili.
La bellezza e libertà hanno un loro prezzo. Non sono disposto a vivere nella cuccia sicura, al guinzaglio del non-si-sa-cosa. È una scelta di vita. Ognuno decida …
Ma non sono temerario e cerco di discernere ciò che passa dentro. Alcune volte ho cambiato luogo; altre ho cercato finché non mi sentivo tranquillo.

In questi giorni ho riscoperto la radio, che a casa non ascolto mai. Mi rammarico che il 90 per cento dei canali proponga solo canzoni - che poi son sempre quelle, e che non ci sia spazio per la musica classica; ogni tanto però ci sono delle trasmissioni molto interessanti, che allargano i confini mentali e aiutano a decentrarsi. Per es. in questi giorni imparo che c’è una guerra sulla libertà di espressione in Russia e una guerra economica con la Russia che va ben aldilà dei fatti riguardanti l’Ucraina. Come molte delle guerre più importanti avviene sott’acqua, attraverso pericolosi braccio di ferro. Per fortuna noi abbiamo Berlusconi che è amico intimo di Putin e anche di recente l’ha invitato a cena!

Il 22 sera arrivo alla comunità Goel di Gioiosa Ionica, amici della comunità del Mulino e dove ero stato 4 mesi fa. È bello rivedersi ed è bello dormire in casa, proprio la sera in cui arriva il temporale! Il giorno dopo passo alcune ore da Mirella, l’eremita di Gerace, la cui storia è assai affascinante. Partita dalla Calabria e installatasi brillantemente a Parigi, atea, ragazza madre … incontra infine il Signore, torna in Calabria e rimane molti anni presso p. Pino Stancari per poi accettare l’invito di mons. Bregantini a tenere un antico piccolo eremo bizantino. Qui vive, prega, studia, tiene ritiri - anche al clero - ed è punto di riferimento per non poche persone. Da conoscere! Come anche è da incontrare p. Frederick, un francese eremita approdato qui dopo innumerevoli vicissitudini e che tiene in piedi l’antichissimo eremo di s. Ilarione, non lontano da Caulonia, ai bordi di un bellissimo torrente, in una gola piena di vegetazione, incontaminata, assai suggestiva. Adesso è in Belgio e non posso rinnovargli una visita.
Con Mirella passo alcune ore in gratuità ed è bello non avere nessun motivo particolare per stare insieme.
Queste piccole presenze rinnovano una tradizione antichissima perché la Calabria ionica fu civilizzata ed evangelizzata da monaci siriani, poi palestinesi e infine egiziani. Poi arrivarono i bizantini che hanno lasciato chiese meravigliose come la “Cattolica di Stilo” che ho visitato il girono prima.
La sera sono a cena al nuovo ristorante Amal (speranza, in arabo) aperto dalla coop Goel Bio; stupefacenti gli antipasti e il primo di ravioli al nero di seppia, riempiti di pesce e conditi con striscioline di zucchini e gamberetti saltati in padella. Non mancherò di dare 5 stelle su Tripadvisor a questa iniziativa della cooperativa che cerca di creare nuovi posti di lavoro, utilizzando prodotti genuini del consorzio Goel, con una logica anti ‘ndrangheta e integrando extracomunitari. Il primo ristorante glielo hanno bruciato, ma loro sono ripartiti con tenacia! Ringrazio Dio per questa gente che ha scelto di sottrarsi al ricatto e alle intimidazioni. Purtroppo vedo di sfuggita Vincenzo Linarello, il promotore e mente pensante del Goel, sostenuto da mons. Bregantini. Un altro personaggio da conoscere, insieme con la moglie Patrizia e gli altri collaboratori!
Ma ahimè, cenare – per quanto sobriamente - alle 21 non fa per me in questo periodo e quindi si riaffaccia l’esofagite che era stata tranquilla nei 10 giorni precedenti.
Si conclude così la prima giornata di pioggia, con calo significativo delle temperature.
Stamani riprendo il mio viaggio, con i colori più vividi: siamo entrati nell’autunno. Vi scrivo adesso da un’altra spiaggia da urlo, località Ferruzzano stazione, con un sole tornato bruciante, il mare calmo e il vento che sta acquietandosi.
Nel pomeriggio arriverò dai Padri a Reggio Calabria.
Vi porto nel cuore.