15 ottobre
Tornato nella povera marina di Chiatona (si vede bene in
google earth), ormai conosciuta e perciò “casa” - come dicevo nel blog
precedente – mi sveglio con un cielo nuvolo e grigio che il sole non riesce a
bucare. Compiuti tutti i riti del mattino, a metà mattina mi metto infine in
marcia per Castellaneta. Bellissimo lungo mare, ben progettato e tenuto, con le
case e la bella pineta alle spalle. Ma tutto è chiuso.
Mi fermo a mangiare un pezzo di focaccia in un bar in
pineta, intanto che scrivo un paio di email urgenti avendo dimenticato di fare
un bonifico prima di partire. La padrona italo argentina è piuttosto loquace
così che intavoliamo una breve chiaccherata … alla fine della quale, avendo
saputo che sono un sacerdote, mi dice: “posso offrirle la focaccia?”. Ringrazio
e prima di ripartire le lascio un vasetto del mio pesto. Vado via contento
perché proprio il giorno prima avevo pensato: quanto sarebbe bello che il
turismo avvenisse attraverso l’ospitalità reciproca e lo scambio di doni piuttosto
che monetarizzare tutto. Un granello di senape di questa logica è avvenuto
subito!
Il cielo intanto è diventato un po’ scuro e a Ginosa,
vedendo l’espressione diffidente dei volti della gente cui chiedo informazioni,
mi guardo nello specchietto: capisco di aver bisogno di una buona doccia, farmi
la barba e cambiarmi. Così mi infilo nell’unico albergo aperto e mi concedo una
rinfrescata solenne, faccio un po’ di bucato e ricarico tutti gli aggeggi.
A cena c’è un gruppo di pensionati della Svizzera italiana:
cena con tanto di musica e danze, animata da un mediocre cantante che
naturalmente sciorina il repertorio anni sessanta, che mi riporta ai miei anni
di liceale.
La mattina scappo subito da questo turismo standardizzato,
un po’ triste, retorico.
Destinazione Pisticci marina, che su Google earth promette
bene. Ma il fiuto mi porta ad infilarmi in una stradina prima, che segnala
“mare”, e mi ritrovo alla fine in un luogo incantevole, spiaggia Quarantotto:
bellissima e ampia spiaggia, 500 mt di lungomare con panchine e lampioni. Nient’altro.
Ci sono però 7 camper tedeschi allineati lungo l’ampio marciapiede: segno già sicuro
della bontà della location.
Sfodero i miei residui di tedesco e mi confermano che si sta
bene, c’è la fontana e la sera si accendono i lampioni: perfetto!
Quand’ero giovane, i turisti tedeschi li prendevamo un po’
in giro, ma dopo tanti anni mi sono ampiamente ricreduto. L’ho visto in tanti
luoghi del mondo: questo tipo di persone sa viaggiare, è molto spartana
sull’inutile, si concede però le cose buone locali, sa quali sono gli orari
giusti per una giornata proficua e perciò fa una buona colazione e una buona
cena, molto presto. Amano la natura, arrivano per primi nei luoghi più belli,
sono puntigliosi e precisi nel cercare info e nel capire cosa è fumo e cosa
arrosto. Non tutti i tedeschi sono così, ovviamente, ma una certa categoria sì -
e abbiamo molto da imparare.
Dal 16
Osservo la vita di questi camperisti diventati nel frattempo
una dozzina: una vita semplice, a contatto diretto con il cielo e il mare, ma con
le sue piccole comodità, come hanno bisogno le persone anziane. Leggono, camminano,
prendono il sole, fanno escursioni in bici (tutti ne hanno attaccate dietro al
camper, qualcuno anche un vespino. Poi c’è il solito esagerato che si tira
dietro il rimorchio con sopra la Smart, guardato con compassione dagli altri,
mi sembra.)
Sono tutti austriaci e tedeschi.
La sera quasi tutti guardano la TV, con la parabola o con
l’hard disk, o giocano a qualcosa.
Via internet parlano coi figli o nipoti … con i media è diventato tanto più semplice
partire.
Sono gentili, si scambiano piccoli favori, magari si
invitano a bere qualcosa la sera, nel salotto comune che è il largo
marciapiede. Diligenti non lasciano nemmeno una traccia di sporcizia.
Fanno il pieno di luce, per 3 o 4 settimane, in modo sano.
La coppia accanto a me ha più di 70 anni e si sono fatti
1700 km di filato – “nell’week end, così non ci sono camion” - per giungere
qui; con un camper modesto che direi non fa più di 110 all’ora, quando tutto
fila liscio.
Mi hanno imprestato la bici e regalo loro un vasetto di
pesto e uno di minestrone. Insistono per darmi una loro marmellata (fatta coi
frutti del mio giardino – dice la signora non senza orgoglio). Come me, si sono
portati da casa le marmellate e varie altre cose, così che facciamo qualche
scambio culinario Italia - Germania.
La mia vita da camperista artigianale è un po’ ridicola al
confronto di questi altri e rivela tutta la mia inesperienza. Non è nemmeno
tutto semplice e idillico, in certi momenti e per vari aspetti, ma sono anche
contento di qualcosa di modesto e un po’ arrangiato. Sono anche l’unico single:
un’altra stranezza. Ma questa mi accompagna da molti anni …
Riprendo le passeggiate sulla spiaggia, i bagni in mare
(alle 13 in genere siamo sui 27° !) e la lettura del romanzo, sempre più avvincente.
Riprende così anche la meditazione sulle vicende umane e sul mistero di come
Dio governa questo mondo e le sue tragedie: sono infatti immerso nell’assedio
di Sarajevo, raccontato con grande inteligenza umana; e vale per mille altre
raccapriccianti, assurde, inutili guerre, pulizie etniche e quant’altro
inventiamo quando da uomini diventiamo demoni e giochiamo all’inferno; ebeti
cani che ripetono lo stesso copione senza imparare nulla. E i peggiori non sono
mai gli animali che sparano, ma chi sta a guardare e addirittura ci specula, in
guanti bianchi. E ricordo spesso le parole di madre Teresa: il grande peccato
di questo secolo è l’indifferenza.
Fino a ieri fratelli e oggi assassini: non raccontatemi che
Caino e Abele è una favola per bambini!
Il traditore è sempre un fratello, mai un estraneo.
ISIS ha avuto illustri predecessori anche in casa nostra e
il maledetto gioco che tanti stanno svolgendo in Medio Oriente è solo l’eco dei
Balcani, i nostri vicini di casa. E ci sono voluti 3 anni perché qualcosa si
muovesse.
Solo la bellezza della creazione che ho davanti può dare
speranza che il Signore porti avanti il suo esorcismo a livello planetario.
Resto 3 giorni a spiaggia Quarantotto – dedicata a s.
Basilio, santo qui molto ricordato per l’evidente presenza della chiesa greca
per secoli.
I giorni passano e non c’è stradina verso il mare che non
percorra, a mo’ di esploratore: non ho fretta, mi concedo il gusto della
curiosità e perlustrazione. Guardo anche nella prospettiva di proporre un
Bibbia e Mare, se troverò la struttura giusta!
E per l’appunto mi imbatto in due possibilità, direi
notevoli. Ma … acqua in bocca!
Intanto il tempo è incredibilmente bello, con l’aria sottile
e ventilata, i colori stupendi quali solo l’autunno può dare. Respiro a pieni
polmoni.
L’unica fitta è quella di non poter condividere in diretta
queste bellezze con voi che mi leggete.
E poi i fantasmi della vita, le paure, i rimpianti, gli
interrogativi … ma questo è il pane quotidiano che mai mi manca.
Ieri sera, sabato, e oggi domenica, mi trovo per una serie
di fortunate circostanze a celebrare due messe festive a Monte Giordano e
confessare un po’ di anziane signore e suore. Sono contento di aver annunciato
il Vangelo. Ho anche dormito presso le suore, fatto la barba e un buon
pranzetto: direi che ho santificato la
festa!
Stasera sono sul lungomare di Cirò marina e riprendo la mia
vita zingaresca, con una passeggiata in riva al mare e condividendo con voi …
Se ci riesco, vi allego anche un paio di foto …
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